La storia del Martini Cocktail

Qualcuno forse non conosce il Cocktail Martini? Impossibile, diciamoci la verità. In fondo, stiamo parlando del Re dei cocktail e tutti, almeno una volta nella vita, lo abbiamo sentito nominare o assaggiato. Un drink dal carattere forte ed elegante, che ci fa tornare alla memoria i club più esclusivi d’America e i personaggi storici che ne hanno fatto la propria bevanda preferita. Ad essere poco certa, invece, sembra essere la sua origine, così pure come il suo metodo di preparazione.

Cerchiamo di conoscere meglio il Cocktail Martini (o Martini Dry) e di scavare a fondo nella storia del drink più noto di sempre.

Cocktail Martini, la storia

Al di là del gusto unico nel suo genere, questo cocktail vanta anche un’origine misteriosa ed affascinante. In realtà, pochi sanno davvero da dove ha avuto origine, anche se tutti sono concordi nel ritenere che si tratti del discendente diretto del Manhattan – il noto drink a base di whisky, servito come aperitivo -. Qualcuno sostiene che il Martini Cocktail sia stato inventato in California (a Martinez, per l’esattezza) da un bartender di nome Julio Richelieu attorno al 1870, altri invece sono convinti che discenda dal Martinez di Jerry Thomas, un drink a base di bitter, gin, maraschino e Vermouth dolce, arricchito da una fetta di limone e due gocce di sciroppo. Infine, c’è chi ritiene che il padre di questo cocktail sia un italiano, il signor Martini per l’esattezza: un barman emigrato in America, che pare abbia servito questo drink a John D. Rockefeller nelle sale del Knickerbocker Hotel di New York nel 1912. Insomma, un’origine dubbia, anche se la sola cosa certa è che questo sia diventato uno dei cocktail più noti ed apprezzati al mondo.

Come si prepara un Cocktail Martini?

Se l’origine è incerta, è ben più certa la modalità di preparazione del drink, di cui si conoscono varianti diverse in tutto il mondo. La ricetta classica, comunque, prevede l’utilizzo di Gin e Vermouth, rispettivamente nelle proporzioni di 3/4 e 1/4. Chiaramente, è importante scegliere ingredienti di alta qualità per poter ottenere un drink di prim’ordine: quanto al Gin, è preferibile optare per un London Dry in cui dominano le note del ginepro, oppure un Tanqueray Classic o un Beefeater. Viceversa, per il Vermouth è importante che si scelga un dry o un extradry. D’altronde, la secchezza è una delle caratteristiche di questo cocktail, solitamente guarnito con un’oliva o una scorza di limone. La gradazione alcolica del Martini Coktail è 29,8°.

Tra le più note varianti del Martini Cocktail, è impossibile non segnalare il cosiddetto Martini Cocktail alla Hemingway, che si distingue dalla versione classica per le differenze proporzioni di Gin e Vermouth, fissate a 15:1. Altrettanto noto è il Vodka Martini, conosciuto anche come Vodkatini, preparato con 5,5 cl di Vodka e 1,5 cl di Vermouth Dry.

Da Ercoli proponiamo ognuna di queste varianti nel menù del Vermouth Bar, alcune delle quali rivisitate in maniera del tutto unica. Cinque le proposte di Martini Cocktail che troverete nel ristorante:

  • Dry Martini Tre Sorsi, a base di Gin e Vermouth Dry, come secondo tradizione.
  • Knickbrocker Martini, una variazione a base di Tanqueray Ten, Noilly Prat Dry e Rouge.
  • Gibson Martini, a base di Gin, Vermouth Dry ed erba cipollina.
  • Vesper Martini, una variante con Gin, Vodka e Little Blanc.
  • Dirty Martini, con Gin o Vodka e salamoia d’olive.

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